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In Italia tutto questo verrebbe considerato come un ostacolo alla modernità ed allo sviluppo. Un limite alla crescita dell’occupazione ed un' offesa personale ad architetti ed ingeneri nostrali che non sono costretti ad essere dei geni per progettare grossi parallelepipedi in cemento (forse armato) dentro cui piazzare geometrici scomparti per la vendita di ogni bene di consumo.
Diverso sarebbe il loro impegno (professionale e culturale) se, per ottenere la stessa parcella, dovessero progettare (o ristrutturare) centinaia di piccoli e attraenti negozietti da armonizzare negli splendidi centri storici della nostre città o da inserire nelle squallide periferie dove creerebbero un “traffico pedonale” umanizzante e poetico.
(pierre lo dico)
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