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Ci sono 2 metodi infallibili per imparare (bene, bene) l'inglese:
1 studiarlo con un insegnante madrelingua, in età prescolare (dai 2 ai 5 anni)
2 (se si è già adulti) trasferirsi per almeno 4 o 5 anni in un paese di lingua inglese.
Ogni altro modo è pressocchè inutile e costoso: corsi in Italia, corsi all'estero, DVD o CD, love story con partner anglofoni (costoso se si è lui, meno costoso se si è lei) ecc. ecc.
Qui noi ne vogliamo proporre uno nuovo, originale, mai visto sulla faccia della terra e di dubbia efficacia in quanto nessuno lo ha mai sperimentato. Esso prende spunto dal fatto che una delle più grosse difficolta della lingua inglese (per un italiano) è quella della struttura della frase, ossia dell'ordine delle parole all'interno di un discorso. Insomma alla fine di un qualunque corso tutti imparano a conoscere molti vocaboli, le poche regole grammaticali, le semplici forme verbali e qualche modo di dire.
Ma al momento di elaborare una frase ci si trova davanti al solito e invalicabile muro: la struttura della frase e ogni tentativo spesso dà luogo a mostri linguistici o a divertenti (per gli inglesi che ascoltano) nonsense!
Spieghiamoci con un esempio. E prendiamo lo spunto da uno degli ultimi commenti del post pecedente: italians do it better! Ossia : gli italiani lo fanno meglio.
Se facciamo la traduzione letterale(dall'inglese) , la frase diventa : italiani fanno esso meglio
Ed ecco il metodo. Esso si sviluppa in tre fasi
1^ fase: imparare a parlare in italiano con la costruzione inglese (italiani fanno esso meglio);
2^ fase: studiare un po' di vocaboli inglesi (fase da saltare se si è già frequentato un corso di medio lvello)
3^ fase: tradurre letteralmente quello che si è detto: italians do it better
In tal modo una traduzione maccheronica, si trasformerà in un inglese perfetto.
Faccio notare (per inciso) che molti italiani che hanno frequentato i fatidici e inutili corsi direbbero "the italians do it better" anteponendo erroneamente l'articolo the al vocabolo italians. E questo è solo un piccolissimo esempio dei tantissimi errori che si fanno e che si potrebbero evitare con questo metodo.
Prendiamo altri esempi. Se io dovessi chiedere notizie sul tempo, in italiano direi più o meno come è il tempo? Per l'inglese la cosa si complica in quanto , come molti sanno (?) , per chiedere come è il tempo si deve usare what : what is the weather like?
E allora prima di imparare la frase in inglese il metodo prevede di dirla (letteralmete) in taliano:
1^ fase: cosa è il tempo come?
3^ fase: -traduzione letterale- cosa (what) è (is) il (the) tempo (weather) come (like)?
Allo stesso modo basta anche preporre l'aggettivo al sostantivo ed abituarsi a dire : giallo fiore, verde campo, blu cielo per avere subito (conosendo i vocaboli) la forma inglese yellow flower, green lawn, blue sky.
Per finire mi viene in mente un altro esempio. Tutte le fiabe del mondo iniziano (in italiano) così: c'era una volta. Bene per il nostro metodo dobbiamo abituarci a dire così: una volta sopra un tempo; che tradotto letteralmente diventa: once upon a time! Ed il gioco è fatto.
A questo punto la difficoltà diventa solo quella di imparare ad usare l'italiano con astruse costruzioni inglesi ma per lo meno utilizziamo la nostra lingua; poco a poco queste strane costruzioni ci verranno naturali ed al momento di cimentarsi in inglese, la traduzione diventerà facile facile.... o no?
P.S. so bene che questo metodo non sostituisce i 2 migliori citati all'inizio dell'articolo; so pure che è un metodo che presenta qualche dificoltà in quanto non è immediato e prevede (1^fase) un certo impegno ma, a mio avviso, potrebbe competere con tutti gli altri o almeno affiancarsi ad essi o integrarli nello stesso iter educativo. Basta sperimentarlo e (ovviamente) perfezionarlo. Io ho solo suggerito un'idea nuova.
amedeo contino