Parolaccia è una forma dispregiativa del termine.
La
parolaccia serve a parlare, in modo abbassante e offensivo, delle
pulsioni fondamentali dell'uomo: il sesso, il metabolismo,
l'aggressività, la religione. Per questo, vista la delicatezza dei
concetti a cui si riferiscono, le parolacce sono sempre oggetto di
linguistici, e sono diventate un linguaggio specializzato nell'esprimere
le primarie dell'uomo: rabbia, sorpresa, disgusto, paura, eccetera.
Le parolacce, antiche quanto il linguaggio umano, si dividono in 3 categorie fondamentali:
imprecazioni
(es. "merda!"): sono una forma di interiezione, ovvero di dialogo con
se stessi, e servono a sfogare simbolicamente la propria aggressività
contro un oggetto inanimato o contro una situazione; le imprecazioni
comprendono anche le profanità (ovvero l'uso dei termini sacri al di
fuori dei contesti religiosi) e le bestemmie;
insulti (es. "coglione!"): sono le parole usate per attaccare e ferire un'altra persona, abbassandone l'autostima;
maledizioni (es. "vaffanculo!"): sono le espressioni con cui si augura il male al destinatario.
Le
parolacce, il cui serbatoio linguistico principale è costituito dalle
oscenità (ovvero dalle espressioni che si riferiscono al sesso), sono
presenti già nelle prime opere letterarie dell'umanità, come l'epopea di
Gilgamesh.
dal sito www.parolacce.net
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